AGWA/AICS tramite il Team Scarlet Phoenix sabato 15 febbraio con l’evento di football femminile a Firenze invita tutti a presenziare e ricorda che il bullismo và combattuto perchè:

Il bullismo è una forma di violenza verbale, fisica e psicologica intenzionale ripetuta nel tempo da parte di una o più persone. Può essere:

  • morale o psicologico: intimidazioni, minacce, insulti, calunnie;
  • fisico: con colpi ed aggressioni fisiche
  • cyberbullismo: attacchi personali tramite internet
  • molestie sessuali.

Gli atti di bullismo si ripetono con costanza e sono dettati dall’intenzione di fare del male al bersaglio delle violenze di fronte al gruppo. A volte, il fenomeno è talmente sottile, soprattutto quando si tratta di bullismo psicologico, che le persone estranee all’evento, non riescono a percepirlo.

Quando uno studente ne è vittima tende a modificare il suo atteggiamento.

Riuscire quindi a cogliere i segnali del bullismo a scuola il prima possibile, è molto importante. Tra essi:

  • non vuole andare a scuola;
  • non vuole prendere il pullman da sola o andare a mensa;
  • chiede ai genitori di accompagnarlo o andare a riprenderlo;
  • presenta ha lividi e graffi;
  • perde o rovina spesso il materiale scolastico e personale;
  • ha un atteggiamento più aggressivo e/o introverso;
  • ha difficoltà a dormire;
  • non ha amici.

D’altra parte, per individuare lo studente bullo è necessario cogliere segnali quali:

  • improvviso cambio di comportamento
  • poco rispetto per regole e i limiti imposti;
  • mancanza di empatia
  • comportamento autodistruttivo (alcol, droga, sigarette, autolesioni).

Bullismo a scuola: come intervenire

Non è semplice individuare le situazioni di bullismo a scuola. Gli studenti che ne sono vittima infatti, di solito, non ne parlano direttamente con genitori o insegnanti. La cosa più importante da fare è quindi prestare attenzione a tutti i cambiamenti nel comportamento dei bambini.

Gli interventi possibili per risolvere la situazione:

  • parlarne con il proprio figlio: toccare l’argomento con tatto senza essere troppo diretti. L’argomento è delicato e l’obiettivo è far capire che può parlarne con te e contare sul tuo aiuto per trovare una soluzione e far cessare le vessazioni;
  • confrontarsi con il dirigente scolastico o gli insegnanti della classe: il problema deve essere affrontato con la mediazione di una figura esperta. È suo compito incontrare i genitori dei bulli e decidere sanzioni da imporre agli aggressori e soluzioni per la vittima;
  • consultare un professionista della salute mentale: se la scuola prevede un servizio di supporto psicologico alle famiglie è un’ottima possibilità da sfruttare. Potrebbe essere il punto di partenza per prevenire episodi di bullismo lì dove si verificano più spesso;
  • sporgere denuncia alle forze dell’ordine: se l’istituto scolastico non agisce e non cessano le vessazioni è possibile sporgere denuncia. Il bullismo è reato perché tutti gli atti che lo compongono, come l’intimidazione, la coercizione, la diffamazione, la violenza fisica e psicologica, sono punibili per legge.

Come guarire dal trauma

Accompagnare in un processo di recupero chi ha subito vessazioni da bullismo a scuola è molto importante. Altrimenti è possibile che gli effetti conseguenti prodotti continueranno ad agire in modo inconscio nella vita.

Per guarire dal trauma è necessario:

  • ritrovare la fiducia in sè stesso: è fondamentale mostrare alle vittime che non hanno niente a che vedere con l’immagine che i bulli hanno creato di loro. Un esercizio utile è quello di stilare un elenco delle dieci cose che sa di saper fare bene o meglio degli altri. Spiegare inoltre, che nella maggior parte dei casi, i bulli attaccano gli altri perché hanno problemi di autostima. Hanno bisogno di schiacciare gli altri per sentirsi più forti;
  • rispondere ai bulli con calma e sicurezza: spiazzare con frasi come “Ma la tua vita è davvero così poco interessante che hai bisogno di prendertela con me?” o “Aggredire sempre gli altri ti aiuta a sentirti meno inutile?”;
  • farsi ispirare dalle testimonianze di altre vittime di bullismo: molte persone condividano la stessa situazione. Dialogare con loro può far ritrovare la motivazione e staccarsi dal passato;
  • trovare una nuova attività che faccia stare bene e permetta di esprimersi in modo creativo: danza, canto, scrittura, teatro;
  • seguire un percorso terapeutico adatto alla situazione, come la terapia cognitivo-comportamentale.

Come agire se il bullo è tuo figlio

Di solito chi compie atti di bullismo a scuola tende a essere discreto a casa.

Le azioni dei bambini non necessariamente si spiegano con l’educazione ricevuta in casa. Alcuni fatti violenti si verificano anche in contesti familiari tranquilli.

I motivi per cui si può diventare dei bulli sono:

  • imitazione dei compagni;
  • insicurezza, gelosia e problemi di autostima;
  • desiderio di ammirazione e sensazione di potere.

Anche i bulli subiscono delle conseguenze che possono deteriorare il loro percorso di vita:

  • sanzioni scolastiche o giudiziarie;
  • vita sociale precaria;
  • delinquenza;
  • disturbi nelle relazioni;
  • tendenza alla violenza contro la famiglia;
  • depressione.

Necessario quindi un accompagnamento per uscire dalla situazione in cui si trovano e minimizzare i danni.

Per farlo è necessario:

  • non negare quanto accaduto né farsi sopraffare dalla notizia scioccante: l’istinto di un genitore è quello di proteggere i figli e gettare la colpa sull’altro studente coinvolto. È invece necessario assimilare l’informazione ricevuta, e informarsi al meglio sull’accaduto;
  • mostrare le conseguenze serie del bullismo senza minimizzare: è necessario che il bambino capisca che il bullismo a scuola è un comportamento inaccettabile. Importante chiedere spiegazioni e cercare di capire qual è il motivo che lo spinge a certi gesti e parole. A volte questi atti nascondono una sofferenza che non riesce a esprimere o un sentimento di frustrazione intensa;
  • chiedere di scusarsi ed assumersi le proprie responsabilità.